venerdì 21 giugno 2013

Insospettabili fardelli

Che cosa c'è lì fuori, ragazzo?


Le vittime sono del tutto le figure più pericolose per chi sta loro intorno, certe volte.
Inutile dirlo, la debolezza è la causa di molte sciagure, sia personali che del tutto globali e internazionali. Lasciando stare tutti quei discorsi da history channel sulle debolezze dei dittatori, dei maniaci, dei vari capi di stato in qualsiasi modo corrotti, mi premeva qui affrontare la debolezza delle persone che incontriamo tutti i giorni, quella debolezza che crea insicurezza e quindi porta a mettersi sulla difensiva, in qualunque momento e con qualunque persona, e quando uno sta sulla difensiva vede tutto in maniera distorta ed è difficile averci a che fare, perché sta sempre con le fauci spalancate. Queste persone non sono sé stesse, perché sono strette da paure, e viaggiano su di un altro livello, dove non contano poi molto i valori che abbiamo tutti, quanto piuttosto la propria sopravvivenza. E sappiamo che quando entra in gioco l’istinto di sopravvivenza, l’uomo non guarda più in faccia nessuno, magari senza rendersene conto.
Non si può dire A perché si tramuta in A-TTACCO; non si può dire B perché diventa B-ASTARDO, e così via per tutto l’alfabeto. Non c’è dialogo, perché nella loro testa c’è la giungla, e non un tavolo di diplomazia. Le vie d’uscita sono poche, chi vi sta davanti ha subito una spersonalizzazione. Se andate avanti con le buone, allora non potrete che essere accomodanti; se andate avanti anche con le cattive, risulterete alla stregua di hitler; se andate avanti con le giuste, vi presenterete come stizziti, nervosi, puntigliosi: diavolo, fidatevi, è dura uscirne!
Il fine ultimo, il vostro fine ultimo, è di riuscire ad assumere una certa portanza stoica, un atteggiamento filosofico che possa portarvi fuori da certe dinamiche di basso profilo, e quindi cullarvi per essere riusciti a farlo. Molto spesso vi ricapiterà, vi ricapiterà di imbestialirvi come tori da corrida, ma poi sarete così bravi da ripetervi all’infinito l’espressione vivi e lascia vivere (o meglio, secondo il vostro punto di vista, vivi e lascia morire), e tutto il vostro bollore svanirà.
Il loro fine ultimo è questo: vivere in santa morbosità con sé stessi, scevri da ogni contatto col mondo reale, liberi di non confrontarsi mai con nessuno, convinti che non abbiano niente che non va.
Non risulteranno innocui, né a loro stessi né a chi sta loro vicino, ma è anche giusto che la gente viva il proprio incantesimo, qualunque esso sia.

1 commento:

  1. citando il sommo poeta Colapesce, questi barbari muniti di lauree .. non ce la faranno mai!

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