mercoledì 12 giugno 2013

Regalare un buon augurio



Se non mi comportassi bene e soprattutto credessi nella superstizione, saprei che di colpo potrebbe sopraggiungere sulla mia testa una piccola o grande sventura, una punizione, un castigo che andrebbe ad equilibrare i torti che eventualmente io avrei fatto al mondo. Se per esempio un giorno mi svegliassi e andassi a fare una rapina in banca per pagarmi una vacanza, saprei che dal quel momento, compiuto l’atto, io sarò diventato perseguibile di condanna, di una punizione, appunto. Alla stessa maniera, andando a parlare di moralità e giustizia in senso più universale, potrei sentire una certa aria di tempesta anche nel caso prendessi e cominciassi a sparlare di tutto, a fare lo stronzo, ad odiare per semplice frustrazione. Lì il detto “chi la fa l’aspetti” magari mi rimbomberebbe dentro la testa come una voce divina e tremerei di paura e mi guarderei le spalle e dormirei a malapena. Insomma, se faccio qualcosa di male, non ho scampo: o mi cercano i poliziotti o mi cercano la coscienza e la paura.
Sarà che nella nostra cultura idolatriamo obbligatoriamente brutti concetti come sacrificio, punizione e dolore, ma la storia è intrisa di episodi in cui uno viene sommerso dalla sventura, mentre ne presenta molti meno di quelli in cui un buon samaritano che tanto bene ha fatto in vita sua viene ripagato con la stessa moneta. Se vai a leggere mille storie vedi che se ti comporti bene allora tutto resta normale, altrimenti deragli e allora eccola là puntuale la punizione. Insomma, bene che vada, non succede niente.
Questa sera invece ho voluto sperimentare un cambio di rotta. Ho voluto regalare un buon augurio a me e ad una persona inconsapevole di questo. Non ho fatto cattive azioni e quindi non dovrei essere martoriato. Ho fatto invece un grande gesto di coraggio, questo devo riconoscermelo. Non posso dirvi cosa ho fatto nello specifico, ma posso assicurarvi, se volete credermi, che mi ci sono volute entrambe le palle, mi ci sono voluti i muscoli, mi ci sono voluti mille nobili valori, mi ci è voluta tutta la forza fisica e mentale, mi ci è voluta tutta la luce che ho nel corpo, mi ci è voluto il cuore, rotto, ma pulsante e pronto al futuro. E tutto questo l’ho fatto per me e per quest’altra persona inconsapevole. Ne sono uscito luccicante, sorridente, felice. Salto.
Ho preso tutto me stesso e ho regalato un buon augurio e questo vale di sicuro qualcosa.
Poi potrà anche succedere di tutto, ma il futuro dovrà per forza di cose somigliarmi un po’ di più.
E’ un delirio che possa non essere così.
Ciao, mi dispiace di essere criptico, ma sono pieno di pensieri.

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